Langhe, Roero e Monferrato e la prima collina di Torino: tre territori apparentemente diversi accomunati da un prodotto tipico trasversale, il tartufo nero pregiato. Siamo in Piemonte, nella parte a Sud per essere precisi, un territorio che offre un mix tra eccellenze enogastronomiche, paesaggi che sembrano dipinti, cultura in palazzi e monumenti della prima capitale d’Italia. Qui il tartufo è per ogni stagione: che sia bianco o nero, ogni mese regalerà emozioni al vostro palato.
Preparatevi ad un’immersione tra profumi e sapori di queste terre, dimenticate etichette blasonate o prodotti da copertina, aprite occhi e cuore per una nuova scoperta. Solo così vi lascerete conquistare dal Nero Pregiato, eccellenza di scuro vestita che vi lascerà a bocca aperta.
La scienza lo chiama Tuber melanosporum Vittadini, per noi più semplicemente è il nero pregiato. Presente in diverse nazioni europee, tra le quali l’Italia, in Piemonte è localizzato nella parte Sud della regione, prediligendo, come spesso fa il tartufo, certi tipi di piante e di ambienti umidi per crescere. Rispetto al tartufo bianco, può essere coltivato, o, per lo meno, si possono creare le condizioni per favorirne la nascita. Per questo la sua presenza nei racconti della tradizione locale è corposa, e, già un secolo fa, si trovavano indicazioni circa la sua coltivazione nei manuali di tartuficoltura.
E’ sicuramente il più pregiato tra i tartufi neri. La sua forma è globosa, a volte anche lobata, con peridio bruno-nero, la gleba è di colore grigio – o nero – rossastro, solcata da venature chiare e sottili molto ramificate. La dimensione raggiunge, e può superare quella di una grossa mela. Il suo aroma è gradevole, anche se intenso.